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I diritti umani sono oggi la lingua franca delle relazioni internazionali e delle politiche di cooperazione tra gli Stati. Essi restano, tuttavia, strumenti fragili, spesso manipolati per scopi di parte. Come possiamo riconciliare l'universalismo dei diritti umani con la particolarità delle concezioni del bene? In questo libro viene difesa l'idea dell'universalismo pluralista quale sfondo di giustificazione della validità dei diritti umani. Al centro della discussione è il tentativo di riformulare alcuni tra gli aspetti più problematici della riflessione habermasiana sulle condizioni di validità dell'agire comunicativo. Frutto di una ricerca ormai decennale, l'autore ci presenta il frutto della rielaborazione di un lavoro inizialmente apparso per conto dell'editore Springer Verlag, e qui integrato da nuovi capitoli e sezioni inedite.